LEISHMANIOSI: IL RESPONSABILE DELLA TRASMISSIONE DELLA MALATTIA
La Leishmaniosi è nota fin dai primi anni del 1900 ed è considerata endemica in America, in Asia e in tutto il bacino del Mediterraneo. Per quanto riguarda l’Italia, fino a qualche anno fa si considerava patologia presente nelle zone costiere ma, attualmente, tutto il nostro paese è definito come “zona endemica”.
Per questo motivo è fondamentale conoscere un po’ meglio la trasmissione, i sintomi, le terapia e sopratutto i metodi di prevenzione. Chiaramente in un piccolo articolo non è possibile inserire tutti i dati scientifici noti ed è perciò sempre consigliabile rivolgersi al proprio Medico Veterinario di fiducia per maggiori informazioni o consigli.
Ma chi è il responsabile della trasmissione della malattia?
La Leishmaniosi è una patologia causata da un parassita del genere Leishmania spp.di cui si conoscono varie specie. Affinchè si compia il ciclo di vita del parassita è necessaria la presenza di un vettore che è rappresentato dal Phlebotomo, un piccolo insetto simile ad una zanzarina. Sono le femmine di Phlebotomo che infettano, attraverso la puntura (pasto di sangue) di un mammifero .
In Italia il periodo in cui gli adulti di Phlebotomo sono attivi va dalla primavera al tardo autunno e il momento della giornata in cui consumano il pasto è il tramonto, dove si ha un’abbassamento della temperatura e un aumento dell’umidità. L’insetto è attratto dalla luce elettrica ed ha un volo molto più lento e silenzioso rispetto per esempio alla zanzara; inoltre non è in grado di percorrere lunghe distanze e, tendenzialmente vola vicino al suolo.
Il Phlebotomo è ormai diffuso in moltissime zone grazie ad una serie di fattori tra cui il cambiamento climatico, il riscaldamento globale e gli spostamenti che tutti noi facciamo.
Il mammifero più colpito è sicuramente il cane, ma la Leishmania può infettare anche altri animali come ad esempio il gatto, il coniglio e l’uomo.
Affronteremo prossimamente sul nostro blog come proteggere al meglio i nostri amici animali e come affrontare con nel modo migliore un’eventuale malattia.
Si laurea a pieni voti presso l’Università degli studi di Torino nel 1998 discutendo una tesi sperimentale in oncoematologia veterinaria sulla valutazione citofluorimetrica delle alterazioni quantitative del DNA in campioni tissutali prelevati da cani e gatti colpiti da neoplasie ematopoietiche (nello specifico linfomi e leucemie).